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Fumo, alcol e sedentarietà: come combatterli può far risparmiare oltre un miliardo all’anno alla sanità

Uno studio ISS-Censis quantifica l’impatto economico delle cattive abitudini: investire in prevenzione conviene.

Stili di vita sbagliati? Costano quanto una manovra

Contrastare fumo, consumo eccessivo di alcol e sedentarietà non è solo una priorità sanitaria, ma anche una scelta economicamente vantaggiosa. Secondo uno studio congiunto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e del Censis, intervenire su questi tre fattori di rischio comporterebbe un risparmio stimato di oltre 1,2 miliardi di euro l’anno per il Servizio Sanitario Nazionale.

Una cifra che rende evidente quanto sia urgente passare dalle parole ai fatti in tema di prevenzione. Lo studio, pubblicato a luglio 2025, mette nero su bianco l’impatto di comportamenti modificabili che incidono pesantemente su patologie croniche come tumori, diabete, malattie cardiovascolari e obesità.

Il cambiamento degli stili di vita è una strategia preventiva di efficacia provata,” commenta Walter Ricciardi, professore di Igiene e consulente del Ministero della Salute. “Ma per funzionare servono politiche pubbliche integrate e continuità nei finanziamenti.”

Quanto costa (e si potrebbe risparmiare)

Secondo le stime:

  • Il fumo da solo comporta una spesa annuale di circa 600 milioni di euro per trattamenti e ospedalizzazioni correlate, oltre ai costi indiretti come assenze dal lavoro e invalidità;

  • L’abuso di alcol genera un costo sanitario e sociale complessivo di oltre 300 milioni di euro;

  • La sedentarietà, infine, contribuisce in modo diretto all’aumento di obesità, diabete e problemi cardiovascolari, con un impatto di circa 360 milioni di euro.

Complessivamente, si parla di un potenziale risparmio superiore a 1,2 miliardi di euro annui se venissero attuate politiche di prevenzione efficaci e coordinate.

La prevenzione è un investimento

Lo studio ISS-Censis sottolinea che ogni euro investito in prevenzione può generare un ritorno tra i 4 e i 6 euro in termini di risparmi sanitari e produttività. Ma oggi, in Italia, la spesa pubblica destinata alla prevenzione è ancora limitata: meno del 5% della spesa sanitaria totale, contro una media europea più alta.

Non bastano campagne spot,  serve un approccio sistemico: normative più rigide sul marketing di alcol e tabacco, educazione continua nelle scuole, promozione strutturata dell’attività fisica nei contesti urbani.”

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Le buone pratiche da seguire

Lo studio propone anche una serie di misure concrete:

  • Aumentare gli spazi pubblici per il movimento, anche nelle aree urbane;

  • Introdurre incentivi fiscali per chi pratica sport o adotta programmi di wellness aziendali;

  • Rafforzare l’educazione sanitaria a scuola;

  • Tassazione mirata su prodotti nocivi (sigarette, alcolici) da reinvestire in prevenzione;

  • Campagne mirate e costanti, anche tramite social e influencer, per sensibilizzare giovani e famiglie.

I numeri in breve

  • 11 milioni di fumatori in Italia

  • 8,6 milioni di sedentari cronici

  • 7,3 milioni di italiani a rischio per consumo eccessivo di alcol

  • 1,2 miliardi di euro: il costo evitabile per il SSN

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