l gonfiore addominale è un sintomo molto diffuso colpisce circa il 16–30% della popolazione adulta, con una prevalenza maggiore nelle donne.
Il gonfiore addominale è un sintomo molto diffuso: secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Gastroenterology (2008), colpisce circa il 16–30% della popolazione adulta, con una prevalenza maggiore nelle donne.
Non si tratta solo di un fastidio estetico: può influenzare la qualità della vita, il benessere psicologico e persino la produttività lavorativa.
Cause più comuni del gonfiore addominale
Un accumulo di gas intestinali
Secondo una ricerca del Journal of Neurogastroenterology and Motility (2014), l’eccesso di aria può aumentare il volume addominale fino al 20% dopo i pasti ricchi di carboidrati fermentabili.
La dieta ricca di FODMAP
I carboidrati fermentabili (presenti in legumi, cipolle, aglio, mele, pere) sono stati correlati al gonfiore nell’80% dei pazienti con sindrome dell’intestino irritabile (IBS) (Gastroenterology, 2014).
Le intolleranze alimentari
L’intolleranza al lattosio interessa circa il 70% della popolazione mondiale (Nutrients, 2015), con sintomi frequenti di gonfiore e meteorismo.
La sensibilità al glutine non celiaca riguarda circa il 6% della popolazione (Nutrients, 2020), spesso con distensione addominale post-prandiale.
La stipsi cronica
Uno studio su Neurogastroenterology and Motility (2016) ha rilevato che fino al 50% dei pazienti con stipsi cronica lamenta anche gonfiore addominale.
Disbiosi intestinale
Alterazioni della flora batterica sono state osservate nel 70% dei soggetti con gonfiore funzionale (Gut, 2017), suggerendo un legame tra microbiota e sintomi digestivi.

Alimenti da limitare
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Bevande gassate e alcolici.
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Alimenti ad alto contenuto di FODMAP (legumi, cavoli, cipolle, aglio, mele, pere).
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Dolcificanti artificiali (sorbitolo, xilitolo, mannitolo).
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Latticini in caso di intolleranza al lattosio.
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Cibi fritti e molto grassi, che rallentano lo svuotamento gastrico.
Alimenti consigliati per ridurre il gonfiore
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Verdure leggere e digeribili: zucchine, finocchi, carote.
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Frutta a basso contenuto di FODMAP: agrumi, fragole, mirtilli, kiwi.
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Cereali integrali senza glutine: riso, quinoa, avena senza glutine.
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Proteine magre: pesce, pollo, uova.
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Acqua naturale: almeno 1,5–2 litri al giorno.
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Tisane carminative (finocchio, anice, camomilla): in uno studio clinico (Phytotherapy Research, 2017), il consumo regolare di tisane al finocchio ha ridotto i sintomi di gonfiore nel 40% dei partecipanti.
Buone abitudini quotidiane
Mangiare lentamente e masticare bene: riduce fino al 40% l’ingestione di aria (Appetite, 2015).
Fare attività fisica regolare: camminare 30 minuti al giorno migliora il transito intestinale e riduce i sintomi in circa il 50% dei pazienti con IBS (American Journal of Gastroenterology, 2011).
Gestire lo stress: lo stress cronico è un trigger importante dei disturbi gastrointestinali funzionali, con un impatto sul gonfiore riportato dal 60% dei pazienti con colon irritabile (Gut, 2014).
Quando rivolgersi al medico
Se il gonfiore addominale è persistente, associato a dolore intenso, perdita di peso non spiegata o cambiamenti dell’alvo, è essenziale consultare uno specialista.
Sintomi di questo tipo possono nascondere condizioni come la celiachia, l’IBS o patologie gastrointestinali più serie.
Il gonfiore addominale è un sintomo multifattoriale che può dipendere da alimentazione, abitudini quotidiane e condizioni cliniche sottostanti.
La ricerca scientifica mostra che fino all’80% dei pazienti può ottenere benefici modificando dieta e stile di vita, in particolare attraverso la riduzione dei FODMAP, una maggiore attività fisica e un’alimentazione più equilibrata. Tuttavia, nei casi persistenti o severi, la diagnosi medica rimane fondamentale.
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