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Reflusso gastroesofageo: quando lo stomaco “risale” e altera la qualità della vita

Bruciore, tosse, difficoltà digestive: la malattia da reflusso gastroesofageo colpisce milioni di persone, ma si può gestire con diagnosi e stile di vita.

È una delle malattie gastrointestinali più diffuse nei paesi occidentali, ma spesso sottovalutata. La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) colpisce fino al 20% della popolazione adulta europea e si manifesta con sintomi che vanno ben oltre il classico “bruciore di stomaco”.

Dietro un disturbo all’apparenza banale, può nascondersi una condizione cronica che incide profondamente sulla qualità della vita.

Cos’è il reflusso gastroesofageo?

In condizioni normali, il cibo ingerito passa attraverso l’esofago e raggiunge lo stomaco, dove viene digerito grazie all’azione dei succhi gastrici. Un piccolo muscolo chiamato sfintere esofageo inferiore impedisce che i contenuti acidi dello stomaco risalgano nell’esofago.

Ma quando questo meccanismo si altera – per debolezza dello sfintere o per altre cause – si verifica il reflusso.

La malattia da reflusso si distingue dal reflusso occasionale (che può capitare dopo pasti abbondanti o pesanti) per la frequenza e persistenza dei sintomi, che si manifestano almeno due volte a settimana.

I sintomi: non solo bruciore

l sintomo più caratteristico della MRGE è la pirosi retrosternale, una sensazione di bruciore localizzata dietro lo sterno. Ma non è l’unico. Tra gli altri segnali ci sono:

  • Rigurgito acido
  • Disfagia (difficoltà a deglutire)
  • Dolore toracico non cardiaco
  • Tosse secca persistente, soprattutto notturna
  • Raucedine o abbassamento della voce
  • Raucedine o abbassamento della voce
  • Senso di nodo alla gola
  • Nausea o digestione lenta

A volte i sintomi sono “silenziosi” (reflusso laringofaringeo) e si manifestano senza bruciore, rendendo più difficile la diagnosi.

Le cause e i fattori di rischio

La MRGE può essere causata da diversi fattori, tra cui:

  • Sovrappeso e obesità

  • Alimentazione ricca di grassi, fritti, alcol, cioccolato, caffè

  • Fumo di sigaretta

  • Stress cronico

  • Ernia iatale

  • Gravidanza (a causa della pressione addominale)

Anche abitudini come mangiare tardi la sera, indossare abiti stretti o dormire subito dopo cena possono favorire il reflusso.

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Diagnosi: quando rivolgersi al medico

Se i sintomi persistono o peggiorano, è fondamentale rivolgersi al medico di base o a un gastroenterologo.

Dopo una prima valutazione, può essere indicata una terapia empirica con farmaci inibitori di pompa protonica (IPP), oppure, nei casi dubbi, esami più specifici come:

  • Gastroscopia (EGDS)

  • pH-metria esofagea

  • Manometria esofagea

Questi test servono a valutare la presenza di lesioni, la quantità di acido risalito e la funzionalità dello sfintere.

Terapie: farmaci, dieta e stile di vita

Il trattamento della MRGE è multimodale. I farmaci più utilizzati sono:

  • Inibitori di pompa protonica (IPP) – riducono la produzione di acido gastrico

  • Antiacidi e alginati – neutralizzano temporaneamente l’acidità

  • Procinetici – favoriscono lo svuotamento gastrico

Ma la cura passa anche (e soprattutto) per modifiche dello stile di vita:

  • Dimagrire, se in sovrappeso

  • Evitare i cibi trigger (alcol, spezie, menta, pomodori, agrumi, cioccolato)

  • Fare pasti piccoli e frequenti

  • Non sdraiarsi dopo mangiato (attendere almeno 2 ore)

  • Sollevare la testata del letto

  • Smettere di fumare

Reflusso e obesità: un legame forte

Diversi studi scientifici hanno evidenziato un legame diretto tra obesità addominale e MRGE. L’eccesso di peso aumenta la pressione intra-addominale, facilitando la risalita dei succhi gastrici.

La perdita di peso, anche solo del 5-10%, può ridurre significativamente la frequenza e l’intensità dei sintomi.

Quando serve la chirurgia?

Nei casi gravi o resistenti ai farmaci, si può valutare un intervento chirurgico come la fundoplicatio di Nissen, che rinforza lo sfintere esofageo inferiore.

Si tratta di un’opzione riservata a pazienti selezionati, dopo un’attenta valutazione specialistica.

Conclusione

La malattia da reflusso gastroesofageo è comune ma non deve essere banalizzata.

Riconoscerla per tempo, trattarla con le giuste terapie e correggere lo stile di vita può migliorare radicalmente la qualità della vita e prevenire complicanze. Perché un semplice bruciore di stomaco, se trascurato, può diventare molto più di un fastidio.

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