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Obesità e zuccheri nascosti: il ruolo di marmellate, confetture e composte

Rinunciarvi sarebbe impossibile, e forse anche ingiusto, non più consumo quotidiano e inconsapevole, bensì scelta mirata e moderata.

L’obesità è ormai una delle grandi emergenze sanitarie globali: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, negli ultimi cinquant’anni il numero di persone obese è triplicato.

L’ Italia, è un paese da sempre legato alla dieta mediterranea, la situazione non è migliore del previsto: un adulto su dieci è obeso, mentre il 36% risulta in sovrappeso.

Le cause sono molteplici: vita sedentaria, consumo eccessivo di alimenti industriali e una scarsa consapevolezza degli zuccheri “nascosti” nei prodotti di uso quotidiano.

Tra questi, un ruolo particolare è rivestito da marmellate, confetture e composte, alimenti che molti considerano salutari, ma che, se consumati in eccesso, possono contribuire al rischio di sovrappeso.

Marmellata, confettura, composta: tre parole, tre mondi diversi

La normativa europea distingue con precisione termini che spesso usiamo come sinonimi:

  • Marmellata: si può chiamare così soltanto quella a base di agrumi. Deve contenere almeno il 20% di frutta. Arance e limoni, spesso percepiti come “leggeri”, vengono invece trasformati in creme dolcissime grazie alle grandi quantità di zucchero necessarie alla conservazione.

  • Confettura: è il prodotto più comune. Viene realizzata con frutta diversa dagli agrumi e deve contenere almeno il 35% di frutta. Nelle versioni “extra” la percentuale sale al 45%.

  • Composta: è il prodotto che più si avvicina alla frutta fresca. Di norma contiene più del 60% di frutta, meno zuccheri aggiunti e talvolta solo dolcificanti naturali come il succo d’uva o di mela.

Nonostante le differenze, tutte queste preparazioni hanno in comune l’apporto energetico non trascurabile.

In una colazione all’italiana, un cucchiaio spalmato sul pane o sulle fette biscottate può sembrare innocuo, ma nell’arco della settimana si traduce in decine di grammi di zucchero in più.

L’inganno del “frutto spalmabile”

Uno degli errori più diffusi, secondo i nutrizionisti, è credere che un vasetto di confettura equivalga a “frutta in barattolo”. Non è così.
La frutta fresca contiene fibre, vitamine, acqua e zuccheri naturali, che vengono assorbiti più lentamente e saziano di più. Al contrario, nelle conserve lo zucchero viene concentrato, trasformando un alimento potenzialmente sano in una fonte calorica densa.

Ad esempio, 100 grammi di confettura tradizionale forniscono circa 250 calorie, mentre la stessa quantità di frutta fresca raramente supera le 50-60 calorie. “Il problema non è la confettura in sé, ma l’uso quotidiano e inconsapevole. Se diventa un’abitudine fissa, si rischia di sommare calorie ‘invisibili’ che favoriscono l’aumento di peso”.

Italia, patria delle conserve dolci

Le marmellate e le confetture non sono solo un alimento, ma una parte importante della tradizione gastronomica italiana. In passato venivano preparate in casa, soprattutto in estate, come metodo di conservazione della frutta raccolta in abbondanza.

Le famiglie si riunivano per cucinare grandi pentoloni di confettura, destinati a durare tutto l’inverno.

Oggi, invece, il mercato offre una vasta scelta industriale: dalle confetture “light” senza zuccheri aggiunti alle composte biologiche, fino alle versioni gourmet con abbinamenti insoliti.

La modernità ha reso il prodotto più accessibile, ma anche più consumato, spesso senza criterio.

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Obesità e zuccheri: il legame diretto

Gli studi scientifici dimostrano che l’assunzione regolare di zuccheri semplici aumenta il rischio di obesità, diabete di tipo 2 e sindrome metabolica. L’OMS raccomanda di non superare il 10% delle calorie giornaliere derivanti da zuccheri aggiunti: per un adulto medio, significa non più di 50 grammi al giorno.

Una sola fetta di pane con due cucchiai di confettura può arrivare a coprirne quasi la metà.

“Non bisogna demonizzare le marmellate – sottolinea il nutrizionista Marco Bianchi – ma imparare a contestualizzarle.

Vanno bene come piccola gratificazione, ma non devono sostituire la frutta fresca e non devono essere consumate più volte al giorno”.

Come consumarle in modo equilibrato

Gli esperti consigliano alcune semplici strategie:

  • Preferire le composte con alta percentuale di frutta e senza zuccheri aggiunti.

  • Controllare le etichette: meno ingredienti ci sono, meglio è.

  • Limitare le porzioni: un cucchiaino può bastare per dare gusto senza eccedere.

  • Abbinare bene: meglio spalmare la confettura su pane integrale o yogurt bianco piuttosto che su prodotti già zuccherati.

  • Alternare con frutta fresca: che rimane l’opzione più sana, ricca di fibre e con potere saziante.

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