L’obesità è uno dei principali motori dell’epidemia silenziosa di malattie cardiovascolari. Il Mezzogiorno italiano, purtroppo, ne paga il prezzo.
In Italia l’obesità continua a crescere e con essa le malattie cardiovascolari. Ma il divario geografico è allarmante: al Sud il rischio di morire per infarto o ictus è nettamente più alto. Ecco i dati, le cause e le possibili soluzioni.
Russare forte di notte può essere più di un fastidio: potrebbe trattarsi di apnea ostruttiva del sonno (OSA), un disturbo respiratorio cronico che colpisce fino al 24% degli uomini e il 9% delle donne adulte, secondo i dati dell’American Academy of Sleep Medicine (AASM).
Ma il numero reale potrebbe essere più alto, perché fino all’80% dei casi non viene diagnosticato.
L’obesità è il nuovo grande alleato delle malattie cardiovascolari. E in Italia, a pagare il prezzo più alto sono le regioni del Sud. Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute e dell’ISTAT, la mortalità per patologie cardiocircolatorie (infarto, ictus, scompenso cardiaco) è significativamente più alta nel Mezzogiorno, dove si registrano anche i tassi più elevati di sovrappeso e obesità.
Il legame tra obesità e cuore: una relazione pericolosa
L’obesità non è solo un problema estetico: è una condizione clinica cronica che aumenta in modo significativo il rischio di ipertensione, diabete di tipo 2, dislipidemia e infiammazione sistemica, tutti fattori che danneggiano il cuore e i vasi sanguigni.
Una revisione pubblicata su The Lancet Diabetes & Endocrinology (2018) conferma che l’obesità è associata a un rischio 2-3 volte maggiore di infarto e morte cardiovascolare precoce, anche nei soggetti “metabolicamente sani”.
I numeri italiani: più obesi al Sud, più morti per cuore
Secondo il Sistema di Sorveglianza PASSI dell’Istituto Superiore di Sanità (2023):
Il 45% degli adulti italiani è in sovrappeso e il 12% obeso.
Al Sud, le percentuali salgono: in Campania, Calabria, Sicilia e Puglia l’obesità supera il 15% della popolazione adulta.
Per quanto riguarda la mortalità cardiovascolare (dati ISTAT 2022):
Le regioni con il più alto numero di decessi per malattie ischemiche del cuore sono Campania, Sicilia e Calabria.
Il tasso di mortalità per malattie cardiovascolari è fino al 30% più alto nel Sud rispetto al Nord Italia.
Perché al Sud si muore di più?
Il divario geografico ha cause profonde e multifattoriali:
Alimentazione sbilanciata: nonostante la tradizione mediterranea, l’aderenza alla dieta sana è scarsa. Si consumano più cibi ultraprocessati e zuccheri.
Meno attività fisica: livelli di sedentarietà molto più alti rispetto al Nord (oltre il 40% degli adulti al Sud è fisicamente inattivo).
Povertà e diseguaglianze: secondo l’ISTAT, nelle regioni meridionali si registrano tassi più alti di disoccupazione e povertà, fattori che influenzano negativamente salute e accesso alle cure.
Sanità fragile: minore disponibilità di centri specializzati, lunghe liste d’attesa e carenza di percorsi integrati per obesità e prevenzione cardiovascolare.
Le soluzioni: serve un’azione mirata
Secondo gli esperti, per contrastare questo divario servono strategie strutturali e coordinate:
Prevenzione nei territori più fragili: screening cardiologici e nutrizionali gratuiti, programmi educativi nelle scuole e campagne contro sedentarietà e junk food.
Centri per l’obesità multidisciplinari anche al Sud, con équipe integrate (nutrizionisti, psicologi, cardiologi, endocrinologi).
Accesso equo alle cure: abbattere le barriere economiche e logistiche che impediscono la diagnosi e la cura precoce.
Piani alimentari regionali: incentivi al consumo di prodotti locali, stagionali e sani, promuovendo la dieta mediterranea vera.
Intervenire non è solo una questione di salute, ma anche di giustizia sociale e coesione territoriale.
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