Non solo dieta e movimento: la terapia cognitivo-comportamentale è una risorsa chiave per cambiare le abitudini e affrontare l’obesità
L’obesità è una condizione complessa, influenzata da fattori genetici, ambientali, metabolici e psicologici.
Per questo, affrontarla richiede molto più di una semplice dieta o di un programma di attività fisica.
Oggi la scienza conferma che la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) ha un ruolo centrale nella gestione del peso: aiuta a modificare pensieri, emozioni e comportamenti legati all’alimentazione, offrendo strumenti efficaci e sostenibili nel tempo.
Un approccio validato dalle linee guida internazionali
Le principali linee guida cliniche internazionali riconoscono l’efficacia della terapia comportamentale nel trattamento dell’obesità. In particolare:
-
Le linee guida NICE (National Institute for Health and Care Excellence) raccomandano interventi strutturati basati sulla CBT per la gestione a lungo termine del peso corporeo. I programmi devono includere tecniche per modificare il comportamento alimentare, gestire lo stress e prevenire le ricadute.
🔗 NICE – Obesity: identification, assessment and management (CG189) -
La EASO (European Association for the Study of Obesity) considera la terapia comportamentale un pilastro nei percorsi multidisciplinari, integrata con nutrizione, attività fisica e, quando necessario, interventi farmacologici o chirurgici.
🔗 EASO – Guidelines for the management of obesity in adults
Queste raccomandazioni si basano su solide evidenze scientifiche che dimostrano come la CBT migliori la perdita di peso, la sua stabilizzazione nel tempo e la qualità della vita.
Cosa si intende per terapia comportamentale?
La CBT è un approccio psicoterapeutico strutturato che aiuta i pazienti a:
Riconoscere pensieri e automatismi legati al cibo
Affrontare fame emotiva, stress e abitudini disfunzionali
Sviluppare strategie di coping e prevenzione delle ricadute
Costruire obiettivi realistici e sostenibili
Esempi di esercizi della terapia cognitivo-comportamentale (CBT)
- Diario alimentare ed emozionale Aiuta a identificare i legami tra emozioni e cibo, distinguendo la fame fisica da quella emotiva.
- ABC del comportamento alimentare Analisi degli antecedenti, del comportamento alimentare e delle conseguenze, per spezzare i cicli automatici.
- Ristrutturazione cognitiva Corregge pensieri sabotanti (“ho fallito, tanto vale smettere”) con affermazioni realistiche e incoraggianti.
- Tecniche di problem solving Affrontano situazioni critiche (stress, socialità, fame serale) in modo pratico e consapevole.
- Mindfulness e rilassamento Favoriscono l’ascolto del corpo e il controllo degli impulsi.
Fame emotiva: quando il cibo diventa una risposta
Uno dei bersagli principali della terapia comportamentale è la fame emotiva: mangiare non per fame reale, ma per rispondere a emozioni come noia, ansia, tristezza o rabbia.
La CBT aiuta a riconoscere questi trigger e a sostituire il cibo con strategie alternative di autoregolazione.
Un tassello fondamentale nel trattamento integrato
Come indicato dalle linee guida NICE ed EASO, la terapia comportamentale è parte essenziale di un approccio globale all’obesità. È particolarmente utile:
-
per chi ha già provato diete senza successo
-
nei pazienti con episodi di abbuffate o binge eating
-
nel supporto post-chirurgico (es. dopo sleeve gastrectomy)
-
negli adolescenti, per lavorare in modo precoce e preventivo
Conclusione

Affrontare l’obesità senza considerare il comportamento alimentare e le emozioni che lo guidano significa agire solo in superficie.
La terapia comportamentale, sostenuta da linee guida internazionali come quelle di NICE e EASO, è oggi uno degli strumenti più efficaci per promuovere un cambiamento consapevole e duraturo. Perché perdere peso non è solo una questione di dieta, ma un percorso di equilibrio tra corpo e mente.
Iscriviti al Club
Ti piace questa storia? Adorerai la nostra newsletter mensile.
Thank you for subscribing to the newsletter.
Oops. Something went wrong. Please try again later.